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domenica 27 dicembre 2015

UN PREZEPE POLITICO




Se fossi in una giuria non avrei dubbi: primo premio  per IL PREZEPE  di Pasqualino Russo, Praia a Mare (Cosenza). Motivazioni? Emozionante, strano, originale, umile e caleidoscopico allo stesso tempo; meraviglioso, drammatico  e ironico, immaginifico e tremendamente reale. 
Un Presepe che dovrebbe essere visitato dalle scolaresche per il suo alto valore pedagogico, custodito gelosamente nel Museo della Città, e classificato come ricchissima opera di “ARTE POVERA”.
Partiamo dal Presepe originale, posto alla base della vetrina del locale, a cui è stato dato il nome “SPERANZA”; rappresenta  una visione ottimistica del futuro; in cui ogni cosa è al suo posto, la “famiglia” è ricostruita nella sua integrità, e i figuranti hanno il ruolo attivo che compete loro. 



Dietro questa scena rassicurante e classica s’intravede, all’interno del piccolo locale, un allestimento su cui campeggia la scritta IL PREZEPE, che attira il passante per una zeta fuori posto. Per quella zeta anomala ho deciso di entrare a visitarlo. Non ho davvero parole sufficienti ad esprimere l’emozione di quella scoperta…tanti piccoli frammenti di tragedia che purtroppo l’Italia sta vivendo nel pre-sente, costruiti con pazienza certosina con umile cartapesta.

Entrando dobbiamo necessariamente calpestare un tappetino con delle monete: IL VILE DENARO che tutto ha distrutto nel Mondo va calpestato se si vuole riscoprire il valore vero della vita. 



Vediamo subito la Grotta Santa nella via del Miracolo in cui c’è solo il Bambinello abbandonato: la famiglia è distrutta, evaporata, sparita insieme a tutta l’altra gente.. nella più completa “dissipatio humani generis”.  I musicanti non ci sono, gli strumenti sono abbandonati su un carretto perché “LA MUSICA E’ FINITA”!   




Ai tre cammelli, senza i loro Re Magi, se n’è aggiunto un quarto; sono accovacciati nell’area chiamata LA CORRUZIONE; nel caos di improbabili regalie è ben visibile una mitra vescovile, richiamo agli scandali che stanno affliggendo da tempo la Chiesa.  



Negozi chiusi per fallimento, per vendita, per cessione attività, per sequestro o in attesa di essere affittati. Un banco ortofrutticolo  invita a comprare, altrimenti tutto va in malora e marcisce. C’è anche la pizzeria chiusa “per lutto”, quale triste richiamo al pizzaiolo che si suicidò perché angariato dalla finanza per una multa di 2000 euro  causata dalla presenza della moglie nel locale. 








Non manca il popolo italiano simboleggiato da un gregge di pecore in  Piazza Italia, intento a brucare insieme alle mucche poco più in là, in VIA della MUCCA PAZZA. Più oltre ci sono le galline in VIA  DELL’AVIARIA.




In mezzo a tutto l'ambaradan c’è VIA DEL MALATO in cui circola un asinello che tira a fatica una barella, naturalmente vuota.



Non può certo mancare il richiamo alla disoccupazione ed ecco un’ impastatrice abbandonata con altri attrezzi  in via del LAVORO PERSO; né quello all’immigrazione e alla solidarietà: infatti ecco una casa d’accoglienza, vuota, in VIA PROFUGHI che entra a tutti gli effetti,  da protagonista, nel Presepe-Italia. 





E gli italiani dove sono? Davvero non ce n’è nemmeno uno nella rappresentazione? No, nemmeno uno! Sono tutti fuori, dando le spalle alla realtà: chi dorme, chi parlotta, chi è distratto..ma nessuno guarda il PREZEPIO. Se ne stanno sul bordo senza neppure essere spettatori consapevoli. SONO GLI INDIFFERENTI che  nemmeno si rendono conto che poco più in là c’è una porta sempre aperta   in VIA DELLA LIVELLA. 







All’autore, che ha avuto anche l’accortezza di prevedere una bottiglia in  cui inserire eventuali messaggi di dissenso sulla sua iniziativa, vanno i miei più sinceri complimenti e un “grazie” di cuore, per aver emozionato inaspettatamente una giornata tutto sommato banale come tante altre. 



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