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giovedì 27 dicembre 2012

TRIBUTO ALLA VERITA' CENSURATA



"Quello che televisione e giornali NON VI FARANNO MAI VEDERE.
Un tributo doveroso a quest'uomo, Paolo Barnard, che cerca in tutti i modi di  esporre alcune durissime verità a quelli che hanno ancora voglia di conoscerle, a coloro che non si sono ancora rassegnati, arresi alla comune informazione depistante.
Chiunque vorrà rendere un servizio informativo importante potrà condividere o divulgare questo video"

da Isolano sessantacinque- You tube  http://www.youtube.com/watch?v=Am2aptElseI

VOGLIO AUGURARMI
CHE CI SIANO IN GIRO
ANCORA ITALIANI
CHE HANNO VOGLIA
DI CONOSCERE
LA VERITA'
E DIVULGARLA!






http://www.free-italy.info/2011/11/paolo-barnard-leuropa-e-destinata.html


"NON ERAVAMO I PIIGS. TORNEREMO ITALIA.”
COME USARE IL PROGRAMMA DI SALVEZZA ECONOMICA PER IL PAESE

Cari Cittadini,
abbiamo sotto i nostri occhi la più pericolosa crisi sistemica della democrazia e dell'economia italiana dal 1948 a oggi. La struttura  dell'Eurozona non lascia scampo al Paese, proprio perché disegnata per sottometterlo, in tutte le sue sovranità, agli interessi di élite sovranazionali finanziarie e speculative che lucrano depredando la nostra ricchezza così faticosamente costruita in decenni. Nessuno di voi aveva mai sentito parlare di SPREAD fino a pochi anni fa. Oggi questo arnese finanziario ricatta l'intera nazione, Parlamento incluso.
L'Italia, con oltre dieci mila miliardi di Euro di ricchezza privata, è la prima mira in Europa di quelle élite. L'attacco sta distruggendo i nostri redditi, il tesoro nazionale delle nostre Piccole Medie Imprese, e ha interamente abolito le sovranità parlamentari fondamentali. L'attacco non si fermerà, le presenti politiche del 'rigore' mirano esattamente a garantire la sua tragica efficacia.
Tornare Italia si può e si deve. Questo PROGRAMMA vi ha descritto come, con la massima autorevolezza accademica in economia. Ora lo sapete. È la vostra arma per salvarvi, per salvare i vostri figli, la ricchezza che abbiamo tutti costruito in sessant'anni, la democrazia stessa.
Presentate questo PROGRAMMA alla vostra forza politica di riferimento, e pretendete che esso divenga politica economica nazionale, scelta politica dell'Italia in Europa, in cambio del vostro voto. Pegno: il vostro voto.
Non eravamo i PIIGS. Torniamo Italia.

Paolo Barnard
Novembre 2012
www.paolobarnard.info
www.memmt.info
info@memmt.info

da http://paolobarnard.info/docs/programma_memmt_orig.pdf



GUIDARE IL PAESE FUORI DALLA CATASTROFE ECONOMICA DELL'EUROZONA

• RECUPERARE LA SOVRANITÀ MONETARIA E PARLAMENTARE

• SALVARE NELL'IMMEDIATO LE IMPRESE E L'OCCUPAZIONE

PROGRAMMA ME-MMT DI SALVEZZA ECONOMICA PER IL PAESE
Estensori:*
        dott. Warren Mosler - macroeconomista - Stati Uniti
        prof. Mathew Forstater - macroeconomista - Stati Uniti
        prof. Alain Parguez - macroeconomista - Francia
        Paolo Barnard - giornalista - Italia

www.paolobarnard.info
www.memmt.info
info@memmt.infoMemento

L'Italia uscì dalla seconda guerra mondiale povera, distrutta, semi 
analfabeta, ma ricca di tre doti immense: la Costituzione del 1948, lo Stato democratico a Parlamento sovrano, una propria moneta.
Nell'arco di meno di trent'anni, questa penisola priva di grandi risorse, senza petrolio, finanziariamente arretrata, diventa la settima potenza economica del mondo, prima fra tutte per risparmio delle famiglie. Fu il 'miracolo italiano' scaturito dalle tre immense doti di cui sopra.
Oggi quelle doti sono state distrutte, e il Paese è sprofondato nella vergogna dei PIIGS, i 'maiali' d'Europa. I Trattati europei, in particolare quelli associati all'Eurozona, ci hanno tolto la sovranità costituzionale, quella parlamentare e quella monetaria. Ci hanno tolto tutto.La crisi che oggi sta distruggendo l'economia e i diritti delle famiglie e delle aziende italiane come mai dal 1945 a oggi, viene da questo.  

Spiegazione essenziale
Si segua questo percorso: viene creata una valuta che non è di alcuno Stato. Viene emessa da Banche Centrali direttamente nelle riserve dei mercati di capitali privati (banche, assicurazioni, fondi pensione privati, ecc.). 

Si uniscono 17 Stati sotto questa valuta, e li si priva delle loro precedenti valute nazionali. I 17 governi dovranno sempre batter cassa presso i mercati di cui sopra per ottenere la moneta con cui attuare la spesa pubblica, esattamente come un cittadino che fosse sempre costretto a indebitarsi con la finanziaria sotto casa per mantenere la famiglia. 

Ecco nata l'Eurozona. Così funziona la moneta Euro. I debiti pubblici di questi Stati, precedentemente denominati in una valuta di loro proprietà, vanno ora ripagati in quella valuta 'estera', cioè di qualcun altro, come se all'improvviso l'intero debito degli USA fosse 
trasformato da Dollari in Yen. Ne consegue che alcune economie fra quei 17 Paesi si ritrovano schiacciate non da eccessivi debiti pubblici, ma da debiti pubblici divenuti eccessivi perché denominati di colpo in una valuta 'straniera'. 

Ogni prestito concesso dai mercati ai governi resi a rischio d'insolvenza dall'artificio sopra descritto alimenta un circolo vizioso di tassi che aumentano sempre, così come la finanziaria applica a quel cittadino già indebitato un tasso sempre più usuraio per ulteriori prestiti. E più aumentano i tassi, più i debiti sono insostenibili, e più sono insostenibili, più aumentano i tassi. Schiacciati da questo paradosso, i governi in oggetto hanno una sola scelta: usare tagli alla spesa e una tassazione soffocante per ripianare quei debiti denominati in quella moneta 'estera', cioè l'Euro. Di conseguenza il risparmio di cittadini e aziende si prosciuga, calano i consumi, da cui precipitano i profitti, da cui derivano tagli di salari e occupazione, con ulteriori crolli dei consumi, che deflazionano l'economia, cala così il Pil, da cui minori gettiti fiscali, e ciò peggiora il debito, ma questo preoccupa i mercati che aumentano i tassi, che… È una spirale distruttiva senza fine.
Benvenuti nell'Eurozona. Nasce da un progetto del 1943 per sottomettere le economie dei concorrenti industriali di Francia e Germania, e oggi ha purtroppo raggiunto quell'obiettivo. 

Le prove a sostegno di questa affermazione sono pubblicate in studi di statura accademica, in inchieste giornalistiche apparse sui maggiori quotidiani internazionali, ma sono insite anche nell'operato di grandi tecnocrati europei come, fra gli altri, Perroux, Hayek, Rueff, Attali, Delors, Schauble, Juncker, Issing, Ciampi, Scognamiglio, Padoa Schioppa, Draghi, Prodi, cioè dei padri ideologici della moneta unica Euro al servizio (talvolta non inconsapevolmente) di esigue élites di grandi industriali franco tedeschi, di speculatori e delle banche d'affari internazionali. Invitiamo il cittadino a pensare a chi sono oggi i 'vincitori' nel sistema Eurozona: 
1) gli speculatori che hanno scommesso sul crollo dei titoli di Stato di Italia, Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna, con profitti incalcolabili; 
2) le grandi banche d'affari che guadagnano parcelle parassitarie di miliardi come intermediari nelle privatizzazioni selvagge dei 
beni di Stato nel sud Europa, imposteci da questa crisi del tutto artificiosa; 
3) ma soprattutto le corporation franco-tedesche (a discapito dei loro stessi lavoratori, si legga più sotto), che hanno visto, grazie ai complessi meccanismi imposti dall'Euro, disintegrarsi la temibile concorrenza delle aziende italiane, da sempre le uniche in Europa a impensierire Berlino e Parigi. 

Infatti l'Italia della Lira era nel 2000 la prima in Europa per produzione industriale, oggi siamo fra gli ultimi. Nel 2000 la Germania era ultima in Europa per produzione industriale, oggi è prima. 

È forse possibile che l'intero sistema industriale italiano, che per decenni ha fatto la nostra ricchezza, si sia 'suicidato' in soli 12 anni? O l'Eurozona ne è la vera causa? 
Ci si pensi. Prima dell'Euro eravamo primi al mondo per risparmio privato, oggi ce lo stanno divorando, è ridotto a un quarto di allora. Abbiamo ora i redditi più bassi dell'Eurozona, le tasse sono fra il 47 e il 60%, abbiamo pensioni che al 50% non arrivano ai 1000 euro mensili, la disoccupazione giovanile è al 35% e falliscono 40.000 aziende all'anno. 
La nostra economia è quindi 'deflazionata', così che gli investitori franco-tedeschi possano fare shopping delle nostre migliori marche a prezzi stracciati citando il fatto che siamo in crisi. E sta accadendo ogni giorno.
Il costrutto dell'Eurozona, cioè una moneta non posseduta da alcuno Stato, è un'aberrazione monetaria che non ha precedenti in 5.000 anni di Storia. Non deve sopravvivere. Ne va del destino di milioni di famiglie e aziende del nostro Paese, che già patiscono sofferenze sociali inenarrabili. Nel 2002 la prestigiosa Federal Reserve americana titolò uno studio "L'euro: non è possibile, è una pessima idea, non durerà". Gli autori, decine di economisti tra i più autorevoli al mondo, avevano seguito la creazione di questa moneta dal 1989, e così avevano sentenziato. Andavano ascoltati.

Al contrario, riacquisire la sovranità monetaria uscendo dall'Eurozona significherebbe per l'Italia la salvezza dell'economia nonostante il suo alto debito. 

I nostri macro-economisti internazionali lo spiegano in questo PROGRAMMA. I

l Giappone oggi ha circa il 240% debito/PIL ma paga tassi d'interesse vicini allo 0, ha un tasso d'inflazione vicino allo 0. E non 
è nei PIIGS. Il suo debito di Stato enorme non è un problema, e non è il debito dei cittadini, al contrario, è l'attivo dei cittadini che ne detengono una grossa fetta. Lo Stato giapponese non ha alcun problema a ripagare i suoi creditori nonostante l'immenso indebitamento, e nulla cambierebbe se i creditori fossero stranieri. Inoltre la valuta giapponese, lo yen, è tra le più richieste come valuta di riserva sui mercati internazionali. Questo perché Tokyo possiede la sua moneta sovrana e dunque, come detto dal Nobel Krugman, "Nazioni che hanno una moneta sovrana non soffrono i danni dell'Eurozona, infatti l'America che ha una moneta propria non ha questo tipo di problemi."
Ma possiamo uscirne, possiamo salvare il nostro Paese e riportarlo dove stava, fra le maggiori economie del mondo.Per questo il giornalista Paolo Barnard ha chiamato in Italia i macro-economisti accademici della scuola internazionale Mosler Economics - Modern 
Money Theory (ME-MMT), una scuola di economia che eredita 100 anni di sapere economico da giganti come Friedrich Knapp, John Maynard Keynes, Abba Lerner, Michal Kalecki, Wynne Godley, Hyman Minsky. I macroeconomisti riuniti da Barnard hanno tenuto qui due convegni nazionali intitolati "NON ERAVAMO I PIIGS, TORNEREMO ITALIA”. 

Ne abbiamo tratto questo PROGRAMMA di SALVEZZA ECONOMICA NAZIONALE, di semplice lettura per tutti. 
Questo PROGRAMMA è una guida di massima autorevolezza che spiega in ogni dettaglio di finanza dello Stato come l'uscita pilotata del Paese dalla sciagura dell'Eurozona  non solo non costerebbe alla nazione miliardi, ma rilancerebbe la ricchezza nazionale di miliardi, con la Piena Occupazione, la piena produzione aziendale, col rilancio delle infrastrutture, l'arrivo di investimenti internazionali, e, non ultimo, il recupero delle sovranità monetaria e parlamentare totalmente perdute per volere di Trattati europei mai votati dagli italiani.Ne va del nostro futuro, della democrazia stessa. Torniamo Italia.

Paolo Barnard


Premesso che: 
la nostra economia rimane a livelli di depressione del tutto artificiosi; la BCE offre fondi legati a delle condizionalità (le Austerità) che mantengono in vita la nostra depressione economica;
la BCE non ha mostrato alcuna intenzione di ammorbidire quelle condizionalità; 

la UE non ha mostrato alcuna intenzione di ridurre la disoccupazione ammorbidendo i limiti ai deficit di bilancio nazionali dettati da Maastricht;

la UE e la BCE hanno mancato di riconoscere, già nei propri obiettivi statutari, il ruolo dei Deficit Positivi per sostenere la Piena Occupazione, la produzione aziendale e i risparmi;

l'inflazione da eccesso di domanda non è un pericolo finché la produzione non si riduce drammaticamente, poiché è l'eccesso di denaro con carenza di prodotti che causa inflazione;

le presenti politiche della UE e della BCE necessariamente manterranno la disoccupazione elevata e ridurranno i termini reali degli scambi commerciali;

i Trattati fondanti dell'Eurozona che hanno drasticamente limitato le nostre sovranità non furono mai sottoposti a un'analisi indipendente, né al consenso democratico dei cittadini;

l'intera struttura dei poteri sovranazionali della UE si fonda sulle inapplicabili ideologie Neoclassiche e Neoliberiste che necessariamente escludono qualsiasi possibilità di Piena Occupazione sostenibile, cioè di "Finanza Funzionale" per i popoli;
è ora chiaro che le politiche di Austerità di Mario Monti hanno fatto precipitare il Paese nella recessione, che sta divenendo piena depressione economica, attraverso uno sforzo che si fonda su teorie inapplicabili, ma anche su un preciso piano di spoliazione del nostro bene comune a favore di pochi interessi esteri o sovranazionali. Questo piano prese il nome di Eurozona. 

Non solo esso ha contorni autorevolmente descritti, ma è anche sotto gli occhi del comune cittadino, che vede oggi l'Italia alla totale mercé dei mercati speculativi, e distrutta come concorrente di Francia e Germania;
noi consideriamo le politiche che deliberatamente sostengono livelli alti di disoccupazione un crimine contro l'umanità; dato tutto ciò, Noi i Cittadini della Repubblica Italiana chiediamo:

il ritorno alla nostra moneta sovrana, con cui creare politiche governative ispirate alla scuola economica ME-MMT che porteranno il governo a promuovere azioni nell'esclusivo Interesse Pubblico, includendo, fra le altre più sotto descritte, le seguenti:

- il recupero della piena sovranità democratica controllata sempre dal volere popolare anche in materia di Trattati UE. Il recupero della piena sovranità del Parlamento su cui nulla possa l'arbitrarietà 
dei mercati;

- il sostegno alla Piena Occupazione su base permanente attraverso l'uso statale dei Deficit Positivi (si legga sotto);

- il sostegno alle aziende italiane creando subito le condizioni per l'aumento di domanda proprio per mezzo della Piena Occupazione e dei Deficit Positivi, che creino PIL, il quale rilanci l'Italia nella crescita e negli investimenti;

- la fornitura di sostegno pieno agli anziani, ai giovani, agli infermi, 
ai disabili in modo da farci sentire fieri di essere italiani, ovvero fieri 
del nostro Stato Sociale;

- l'assicurazione dei conti correnti bancari e la limitazione della funzione bancaria all'esclusivo servizio dei sistemi di pagamento, al 
servizio dei correntisti, e alla fornitura di prestiti al servizio della 
collettività economica;

- l'eliminazione del pagamento governativo degli interessi attraverso 
la creazione di un sistema di fondi a zero rischio e a tassi zero, eliminando l'emissione di titoli di Stato, in coordinamento con la Banca d'Italia.

PRIMA COSA: CAPIRE I PILASTRI DELLA 
MACROECONOMIA DELLO STATO SOVRANO

SFATARE I FALSI MITI CON LA ME-MMT.




A. Come spende uno Stato. Il governo di uno Stato con moneta sovrana (che è non convertibile in oro o in altre valute a un tasso fisso, ed è scambiata a tasso variabile) prima spende la propria moneta e solo dopo la ritira tassando o prendendola in prestito. Impossibile che siano le tasse o i prestiti dei privati a finanziare lo Stato, perché lo Stato ha l'esclusiva nell'emissione di moneta, ne ha il monopolio. Si pensi ad esempio: chi emette in esclusiva i biglietti per uno spettacolo, deve prima distribuirli e solo poi li può ritirare. Impossibile il contrario. Ne consegue che lo Stato sovrano non necessita affatto di tasse e prestiti al fine di spendere per la Funzione Pubblica.  Colui che ha il monopolio nell'emissione di qualcosa, non deve prenderla in prestito da altri.

Non si deve infatti confondere la condizione dello Stato che emette 
la propria moneta sovrana con quella dello Stato che usa una moneta altrui, come è oggi l'Italia nell'Eurozona. È solo nel secondo caso che lo Stato è costretto a spendere tassando prima i cittadini o facendosi prestare i fondi. Lo Stato a moneta sovrana ha come unici limiti di spesa l'ideologia economica vigente, non fattori obiettivi. Infatti è corretto dire che, poiché questo tipo di Stato ha l'esclusiva nell'emissione di moneta dal nulla, per esso la spesa e gli introiti sono solamente abitudini contabili, non ricchezza vera che entra o esce. Quindi preoccuparsi del fatto che lo Stato a moneta sovrana possa esaurirla, cioè fallire, è come pensare che un professore di matematica possa esaurire i numeri. 
Ne consegue infine che questo Stato non avrà mai problemi di solvibilità del proprio debito, sia che esso appartenga a creditori italiani che esteri.

B. La Piena Occupazione di Stato non costa troppo. Il governo di uno Stato con moneta sovrana può e deve finanziare senza limiti la Piena Occupazione, poiché essa rappresenta la ricchezza indistruttibile dell'economia nazionale. Non è mai vero che questa spesa pubblica penalizzi i conti dello Stato, né che crei inflazione.  Al contrario, essa invariabilmente li migliora e li risana in termini di ricchezza reale creata per il Paese, poiché la Piena Occupazione è il massimo motore economico esistente.

C. Il default. È impossibile che uno Stato con moneta sovrana possa  essere costretto al default. Questo perché essendo egli il detentore della propria moneta, ha capacità illimitata di onorare il suo debito puntuale e sempre. I mercati non possono mai in questo caso aggredire l'economia dello Stato. 

D. Il debito 'pubblico' non è il debito dei cittadini. Lo Stato non è una famiglia. Il governo di uno Stato con moneta sovrana spende accreditando conti correnti, o emettendo titoli che costituiscono, fra le altre funzioni, il risparmio degli acquirenti. Quindi, non dovendo lo Stato prendere in prestito dai privati prima di spendere, è chiaro che il debito (la spesa) dello Stato con moneta sovrana è precisamente l'attivo dei cittadini (settore non-governativo). Non è mai il debito di cittadini, delle aziende o dei nostri figli/nipoti. La regola secondo cui un buono Stato deve spendere come una brava famiglia è falsa e dannosa. Questo Stato si indebita solo con se stesso, il suo debito è solo una figura contabile denominata nel denaro che esso crea dal nulla. La famiglia, al contrario, non può inventare il suo denaro, e ha ben altri limiti di spesa.

E. La spesa a deficit dello Stato è il nostro risparmio. Ne risulta che se lo Stato spende per noi più di quanto ci tassa (deficit), esso ci lascia beni finanziari che sono esattamente il nostro attivo e il nostro risparmio al netto. Se lo Stato spende per noi tanto quanto ci tassa (pareggio di bilancio), esso ci lascerà nulla, e questo ci impoverisce impedendoci proprio il risparmio. Non si dimentichi che nessuno nel settore non-governativo di cittadini e aziende può creare il denaro dello Stato e con esso arricchirci al netto (le banche creano prestiti ma anche debiti). Se lo Stato poi spende per noi meno di quanto ci tassi (surplus di bilancio) il nostro impoverimento sarà ancora più estremo.

F. Le tasse. Contrariamente a quando si crede, uno Stato con moneta sovrana non usa le tasse per finanziarsi (punto A.). Le tasse servono in primo luogo per imporre al settore non-governativo la valuta dello Stato, che altrimenti sarebbe senza valore. Se infatti il settore non-governativo non fosse costretto a pagare le tasse in quella moneta, esso potrebbe rifiutarla o non accettarla in pagamento per i beni e i servizi che vende allo Stato. In secondo luogo le tasse servono allo Stato come regolatrici dell'economia. Si alzano per calmare un'economia che corre troppo, si abbassano per dare alimento a un'economia stagnante. Soprattutto, esse devono essere sempre a un livello che garantisca la Piena Occupazione.


G. Il Deficit Positivo è un dovere dello Stato. Poiché lo Stato con moneta sovrana ha il potere di imporci di lavorare per guadagnare la sua moneta al fine di pagare le sue tasse, ne consegue che è dovere imprescindibile di questo Stato far sì che vi sia lavoro sufficiente affinché tutti i cittadini possano pagare le loro tasse, vivere dignitosamente, e anche risparmiare. Ergo: la spesa dello Stato deve essere sufficientemente a deficit per garantirci quanto sopra (Deficit Positivo). Lo Stato che, al contrario, ci impone di lavorare per pagargli le tasse nella sua moneta ma non ce ne fornisce a sufficienza per appunto pagare le tasse e per vivere decorosamente, è tiranno, poiché ci costringe a lavorare interamente per lui senza altra possibilità di crescita.

H. Le esportazioni sono un costo, le importazioni sono vera ricchezza per il Paese. Il principio fondante di un'economia funzionale al bene del 99% dei cittadini è il seguente: la vera ricchezza sono i beni e i servizi prodotti internamente, più quelli che il resto del mondo ci invia. 
Questo principio è supportato non solo dall'evidenza logica, ma anche dall'analisi veritiera delle economie dei Paesi che si sono gettati sull'export, in primo luogo Cina, Giappone e Germania. Contrariamente a quanto di solito detto dai media genericisti, questi Paesi soffrono disfunzioni interne gravi, come il crollo dei consumi, cali significativi dei redditi reali, aumenti esasperanti dei ritmi lavorativi. Gli Stati Uniti, al contrario, sono e rimangono la prima potenza economica del mondo, e non per nulla dedicano alle esportazioni una quota minore dell'economia, che è all'89% domestica e basata sulle importazioni.
Si deve comprendere che la corsa all'export implica la dedizione al 
lavoro di masse di lavoratori e di mezzi per produrre beni e servizi che saranno goduti da altri fuori dall'Italia, e non da noi. In cambio ne riceviamo beni finanziari, che non solo sono assai precari, ma che finiscono sempre nel basket dei profitti delle corporation e sono solo in minima parte re-distribuiti ai cittadini. Inoltre, la corsa all'export nell'economia globalizzata impone tagli al costo del lavoro sempre più esasperati, con conseguente calo dello standard di vita dei lavoratori italiani. 
Non solo: la corsa all'export impone al governo di scoraggiare i consumi domestici il più possibile, per favorire l'esportazione dei beni prodotti dai lavoratori di casa. Anche questo danneggia l'economia. Il principio fondante di cui sopra si può formulare anche nel seguente modo: un governo sovrano che mantenga sempre le Piena Occupazione interna deve permettere solo le esportazioni necessarie ad acquisire importazioni. La Piena Occupazione garantisce sempre un'economia domestica stabile, e le importazioni aggiungono ricchezza reale (real terms of trade). Le esportazioni sottraggono economia reale.

I. Il settore bancario e finanziario. Uno Stato pienamente sovrano deve regolamentare il settore bancario nell'esclusivo Interesse Pubblico. 
Primo: eliminare interamente il settore finanziario che è parassita. Secondo: si eliminino tutte le funzioni bancarie che esulano dal pubblico interesse. 
Terzo: si elimini l'emissione di titoli del Tesoro, che con i moderni sistemi monetari sovrani sono del tutto anacronistici e che costano 
allo Stato cifre immense in interessi e parcelle di intermediari finanziari.

J. Uscire dall'Eurozona non basta. Ma si badi bene: se, come ci auguriamo, l'Italia tornerà alla sua sovranità monetaria abbandonando l'Eurozona, ma poi non applicherà il principio della Spesa a Deficit Positivo per la Piena Occupazione e per il rilancio di tutto il settore di cittadini e aziende, poco o nulla migliorerà, come infatti accade a Stati come gli USA o la GB che pur avendo sovranità monetaria non applicano la Spesa a Deficit Positivo.


L'USCITA PILOTATA DELL'ITALIA DALL'EUROZONA. 

CRESCITA, OCCUPAZIONE E DEMOCRAZIA.

GUIDA ME-MMT SU CIÒ CHE DEVE FARE LO STATO SOVRANO ABBANDONANDO L'EURO.

il programma in sintesi.

A. L'Italia rifonda la sua economia sul principio dell'esclusivo Interesse  Pubblico, che significa Spesa a Deficit Positivo dello Stato per il sostegno di tutta l'economia.

B. L'Italia annuncia che tasserà unicamente nelle nuove Lire.

C. L'Italia annuncia che tutti i pagamenti saranno in Lire.

D. Il governo, in collaborazione con la Banca d'Italia, finanzia un programma transitorio di Piena Occupazione, o lavoro per tutti, a salario di dignità per qualsiasi disoccupato italiano.

E. I depositi bancari e i prestiti in Euro rimangono in Euro.

F. Le banche convertiranno i conti correnti/risparmi da Euro a Lire su richiesta dei titolari.

G. Tutti i conti correnti bancari saranno assicurati dalla Banca d'Italia. Le banche saranno regolamentate nell'esclusivo Interesse Pubblico.

H. La Banca d'Italia annuncia una politica di tassi 0 sull'esempio del Giappone. Svalutazione e inflazione saranno funzioni sovrane controllate da Roma in coordinamento con la Banca d'Italia.

I. Il tasso di cambio della Lira sarà variabile e libero.

J. Saranno eliminati i titoli emessi dal Tesoro.

K. Il governo rinegozia tutti i contratti da Euro a Lire in base all'Interesse Pubblico.

L. Le dimensioni della spesa pubblica e dell'apparato governativo saranno consone ai fini dell'Interesse Pubblico, alle necessarie infrastrutture pubbliche e ai servizi pubblici. Il prelievo fiscale sarà regolato in modo da mantenere un  Deficit Positivo sufficiente ad assicurare all'Italia la Piena Occupazione e un numero strettamente minimo necessario di persone impiegate nel programma governativo transitorio di lavoro garantito.


N. Il debito di Stato residuo in Euro dell'Italia, interno o esterno, sarà onorato sulla base dell'Interesse Pubblico, e in tempi decisi dall'Italia.

O. L'Italia incoraggerà le importazioni in quanto costituiscono ricchezza reale che entra, e considererà le esportazioni unicamente come mezzo per favorire le importazioni.

P. Eventuali insolvenze private saranno trattate in accordo con le eque pratiche fallimentari, mentre i soggetti privati coinvolti avranno la certezza del lavoro e del reddito nel programma governativo transitorio di lavoro per tutti. Le banche saranno tenute a rifinanziare i mutui sulla casa da Euro a Lire, se necessario.

Q. I Trattati europei, in particolare quelli che ci impongono le Austerità, saranno rinegoziati dall'Italia sulla base dell'Interesse Pubblico.






il programma: approfondimento.
     La gestione generale dei conti dello Stato nell'Interesse Pubblico. 
     Creare subito la Piena Occupazione, nell'Interesse Pubblico.
     Come saranno gestiti i titoli di Stato nell'Interesse Pubblico. 
     Controllare l'inflazione nell'Interesse Pubblico.
     Non ci sarà svalutazione della nuova Lira. 
     I tassi di cambio nell'Interesse Pubblico.
  Il prelievo fiscale del nuovo governo sovrano nell'Interesse Pubblico.
     Come regolare import ed export, materie prime e petrolio, 
     nell'Interesse Pubblico.
     Rifondare il sistema bancario per l'Interesse Pubblico.
     I risparmi nell'Interesse Pubblico.
     Gestire le criticità, nell'Interesse Pubblico.



La gestione generale dei conti dello Stato nell'Interesse Pubblico. 
Va premesso che il debito cosiddetto pubblico, se denominato in una moneta sovrana come la nuova Lira, altro non è che un esercizio di contabilità generale per lo Stato, non ha nulla di pubblico. Per questo motivo, meglio spiegato sotto, il nuovo Stato italiano sovrano rinominerà il suo debito in Debito di Stato, cancellando definitivamente qualsiasi riferimento al fatto che il Debito di Stato in moneta sovrana sia un debito di cittadini e aziende. 
Col ritorno dell'Italia alla Lira, il governo dovrà considerare se onorare il pagamento del debito complessivo denominato in Euro  sulla base dell'Interesse Pubblico. I creditori potranno sempre ottenere il saldo dei loro crediti in Lire, ma se insisteranno nel pagamento in Euro dovranno sottomettersi alla discrezionalità del governo italiano se ripagare in quella valuta, quanto ripagare e quando. Il credito dei fornitori dello Stato, degli enti locali, e di ogni altro soggetto legale sarà rinegoziato in Lire, poiché anche questi soggetti hanno interesse ad approvvigionarsi della nuova valuta. 
Il governo italiano seguirà la linea guida fondamentale dei bilanci settoriali di Wynne Godley, e della ME-MMT: non può esistere un debito senza un equivalente e identico credito. Ciò si applica ovviamente anche al debito di Stato, per cui risulta evidente che esso è il credito/risparmio di chi lo detiene (italiani o stranieri). 

Lo Stato italiano capirà che eliminare il proprio debito significa eliminare contemporaneamente anche quei crediti/risparmi del settore non-governativo di cittadini e aziende. Poiché il debito di Stato è la somma dei suoi deficit annuali, lo Stato sa che eliminare il 
deficit porta a quei risultati negativi sul settore non-governativo. Lo Stato italiano applica quindi il principio dell'economista Abba Lerner: non è il numero relativo al deficit che conta, esso non è un dogma. Conta che la nazione sia prospera. Se questo implica un deficit più alto, ben venga. 
Il governo sa che il limite reale, e non ideologico, dei deficit è la raggiunta Piena Occupazione e la piena produzione nazionale di beni e servizi. 

quel punto, e solo a quel punto, il governo deve ridurre il proprio deficit, usandolo, in congiunzione con altre misure monetarie, esattamente come un termostato che regola l'economia. Il governo sa infine che mantenere deficit troppo bassi (parametri di Maastricht) per puri motivi ideologici, e causare quindi impoverimento e disoccupazione, è una politica criminosa e un attentato al futuro della nazione. È necessario ribadire con forza, qui, che le realtà delle contabilità di uno Stato a moneta sovrana implicano senza ombra di dubbio che: 
1) esso non avrà mai problemi di solvibilità sul proprio debito; 
2) che nulla cambia se il debito è detenuto da soggetti italiani o esteri, poiché la valuta di Stato in entrambi i casi si sposta solo fra computer presso la Banca d'Italia, e non va da nessuna parte (più dettagli di seguito). 

Creare subito la Piena Occupazione, nell'Interesse Pubblico.
L'atto di governo in assoluto più cruciale in un ritorno dell'Italia alla sovranità monetaria è la realizzazione nel Paese della Piena Occupazione. Ciò significa che il governo istituirà un programma nazionale di pieno impiego per chiunque non abbia un lavoro, maschi e femmine, abili o disabili, senza limiti. Tale programma prenderà il nome di Programma di Lavoro Garantito (PLG). È questo passaggio che innesca nel Paese il massimo circolo virtuoso di aumento dei redditi, dei consumi, della produzione, dei profitti, delle assunzioni, del risparmio e degli investimenti sia nazionali che esteri.
Il pilastro di economia su cui questa politica si basa è il seguente: uno Stato che possegga una sua moneta sovrana può permettersi di acquistare tutto ciò che è prezzato in quella moneta e senza limiti. Questo include la forza lavoro.

Il governo italiano dovrà strutturare il PLG secondo queste linee guida:

A. Il salario stabilito per il PLG sarà sufficiente per garantire una vita decorosa al lavoratore, ma sarà lievemente inferiore allo stesso salario per la stessa mansione, a tempo indeterminato e con tutte le 
tutele sociali previste, pagato dal settore privato (non-governativo). Questo costituisce una soglia minima sotto la quale il settore privato non potrà più scendere nelle retribuzioni, ma non intacca  la funzionalità del settore privato, che avrà al contempo una spinta di vendite e profitti proprio dai salari pagati dal PLG. 

B. Inoltre, il PLG vorrà creare impiego in settori che competano il meno possibile col settore privato, come ad esempio il non profit, l'economia green, i servizi umani alla persona. In quest'ultimo settore il beneficio al PIL nazionale derivante da impieghi pubblici che facilitino la vita quotidiana di milioni di persone fornendogli ogni sorta di servizio su misura, è incalcolabile. 

C. Soprattutto, l'uso del PLG deve essere transitorio, per permettere ai lavoratori di passare il prima possibile a impieghi nel settore non governativo quando sarà proprio il PLG a far ripartire l'economia privata del Paese. Infatti il settore non-governativo potrà 'pescare' forza lavoro proprio dal PLG. Contemporaneamente il governo userà la Spesa a Deficit Positivo in quantità necessaria a imprimere   spinta all'economia del Paese, così che i lavoratori del PLG passino il prima possibile al settore privato. L'istruzione superiore del lavoratore disoccupato rientra nella categoria ‘lavoro' prevista dal PLG.

D. Il settore privato beneficerà notevolmente dal PLG anche perché 
potrà sempre assumere lavoratori che grazie al PLG saranno attivi, 
formati, già pronti alle nuove mansioni, e questo imprime qualità immediata alla produzione nazionale. Ugualmente il settore governativo beneficerà dal PLG poiché verranno a mancare in Italia i mali sociali enormi della disoccupazione, che come è noto costa ai deficit nazionali miliardi ogni anno in spese-tampone del tutto improduttive, denaro gettato via letteralmente (è la Spesa a Deficit Negativo).A questo si aggiungono le seguenti considerazioni che formeranno il consenso del governo italiano sovrano sul PLG: un aumento di impieghi fino alla Piena Occupazione significa anche un aumento della base imponibile per il gettito fiscale, così che il governo potrà persino abbassare le aliquote del prelievo. La Piena Occupazione crea un'aspettativa positiva per il business nazionale, che aspettandosi un aumento certo della domanda deciderà di investire. Parimenti, grazie alla Piena Occupazione, aumenteranno gli investimenti esteri in Italia. Il governo sa che ciò è testimoniato, fra le altre fonti autorevoli, dall'esempio degli Stati Uniti, i quali alla fine degli anni novanta detenevano il primato per investimenti esteri 
ricevuti proprio grazie a una disoccupazione praticamente a zero (2,8%). 
Infine, il PLG imprimerà al PIL nazionale una spinta inaudita, poiché non esisterà cittadino italiano improduttivo nei settori dei beni e dei servizi. 




Come saranno gestiti i titoli di Stato nell'Interesse Pubblico. 
I titoli di Stato emessi dal Tesoro italiano equivalgono esattamente a conti di risparmio detenuti dai compratori presso la Banca d'Italia. Questo vale sia che i compratori siano italiani che stranieri. Quando il compratore acquista un titolo di Stato italiano, accade che il suo denaro si sposta dalle riserve della sua banca detenute presso i conti della Banca d'Italia, a un conto 'di risparmio' del Tesoro sempre detenuto presso la Banca d'Italia. 
All'atto della liquidazione di quei titoli con relativi interessi, accade il procedimento inverso. Tutto accade dentro la Banca d'Italia. Se i titoli sono denominati in una valuta sovrana come sarebbe la nuova Lira, non esiste possibilità di un default sui pagamenti, proprio perché si tratta di cifre elettroniche che vengono passate da un conto all'altro dai computer della Banca d'Italia, ed essa non può esaurire i numeri, gli impulsi elettronici, neppure quando si tratta di liquidare gli interessi dovuti.
Il governo italiano nuovamente sovrano sa che i titoli di Stato svolgono fondamentalmente due funzioni: 

1) offrire un'alternativa di risparmio ai compratori; 
2) sostenere il livello di tassi d'interesse voluti dalla Banca 
d'Italia. In questo secondo caso, la realtà contabile dell'emissione di titoli di Stato in moneta sovrana ci dice che essi servono a drenare gli accumuli eccessivi di moneta emessa dallo Stato e che si trovano nelle riserve delle banche (che compreranno quei titoli). In effetti, è ovvio che chi compra titoli di Stato lo fa con la moneta dello Stato, che quindi deve essere prima stata emessa. Ciò dimostra che prima lo Stato a moneta sovrana spende, e solo poi emette titoli di Stato drenando il denaro che ha speso. Quindi i titoli non finanziano la spesa pubblica. Essi sono strumenti di controllo monetario dei tassi d'interesse, secondo un complesso meccanismo. Ma l'emissione di questi titoli è costosa, laboriosa e anacronistica. Il governo italiano delle nuove Lire, proprio in virtù del fatto che i titoli non gli servono per poter spendere e che sono strumenti farraginosi, deciderà quindi di abolire del tutto questa emissione. 
Il governo spenderà da ora in poi semplicemente accreditando conti correnti del settore non governativo, i quali si trovano sempre presso i conti delle banche presso la Banca d'Italia. Tutto il denaro speso dallo Stato si accumulerà quindi nelle riserve delle banche presso la Banca d'Italia, sulle quali riserve può essere pagato un interesse 0, o poco più. Il coordinamento fra governo e Banca d'Italia sulla gestione degli interessi sul denaro di cui sopra, e su quello che la Banca d'Italia presta alle banche, assicurerà che i tassi rimangano al target desiderato dal governo, che dovrebbe essere 0, per favorire l'economia privata.Infatti è di nuovo l'esempio del Giappone che ci aiuta. Il governo delle nuove Lire sa che Tokyo, pur avendo un debito di Stato altissimo (240% sul PIL), mantiene i tassi a 0 e non soffre né di inflazione (vicina allo 0) né di svalutazione dello Yen. 
Infine, come già detto, all'atto dell'uscita dell'Italia dall'Eurozona il governo annuncerà che il rimanente debito di Stato italiano denominato in Euro sarà onorato da Roma solo sulla base del Pubblico Interesse, se e quando lo deciderà il governo. 


Controllare l'inflazione nell'Interesse Pubblico.
Poiché il presupposto fondamentale del ritorno dell'Italia alla sovranità monetaria è la Spesa a Deficit Positivo in funzione del pieno impiego, uno sguardo va rivolto all'inflazione. 
Anche qui una breve premessa: l'inflazione è direttamente correlata ai prezzi pagati dal creatore e monopolista della moneta sovrana, cioè dallo Stato. Per esempio: se lo Stato decide di raddoppiare il salario pubblico per il medesimo lavoro, di fatto dimezza il valore della moneta. Tuttavia, questa azione inflattiva è limitata nel momento in cui il governo cessa di aumentare i salari. Dunque si può dire che la vera inflazione deve essere un processo permanente, e non limitato a singoli aumenti di prezzi, e deve essere non pianificata dal governo. 
Il governo italiano delle nuove Lire sa però che la Piena Occupazione (il PLG) rappresenta il maggior stabilizzatore dei prezzi di tutta l'economia, per le seguenti ragioni:

A. La Piena Occupazione aggiunge una spinta produttiva di beni e 
servizi enorme, ed essi vanno a pareggiare la massa monetaria circolante, impedendo alta inflazione.

B. La Piena Occupazione attraverso il PLG comporta per il governo un aumento di Spesa a Deficit Positiva quando esiste disoccupazione, e non di per sé. Ciò di nuovo impedisce all'inflazione di apparire. Infatti la Spesa a Deficit Positiva del governo nuovamente sovrano si ferma a fronte di Piena Occupazione con piena produzione nazionale (full capacity), proprio per impedire inflazione.

C. La Piena Occupazione, come già detto, riduce drasticamente la spesa a Deficit Negativa del governo, cioè il denaro sprecato per i costi sociali dei disoccupati, e questo significa meno denaro improduttivo circolante, quindi meno inflazione. È noto infatti che salari pagati a persone che non producono aumentano la domanda (denaro disponibile da spendere) ma non la produzione di beni e servizi, e questo può causare inflazione. Non con il PLG.


D. La temuta iperinflazione è impossibile se il Paese gode di Piena Occupazione. Essa è un fenomeno che si è verificato in contesti storici ben definiti (scenari di devastazione del sistema produttivo ed enormi debiti denominati in oro o in una valuta non controllata dallo Stato debitore). Inoltre, la Piena Occupazione del nuovo governo sovrano italiano io incoraggerà la produzione domestica del maggior numero di beni e servizi possibili, riducendo la dipendenza dell'Italia dall'acquisto estero di tali beni e servizi. Questo diminuisce in parte l'esposizione del Paese a shock dei prezzi (aumenti) causati da eventi esterni che non può controllare. 
Infine, il nuovo governo sovrano italiano sarà consapevole che l'inflazione non è mai un valore assoluto in economia. L'Italia del 1980 (con moneta sovrana) era uno dei sette Paesi più ricchi del mondo, col più alto risparmio delle famiglie del pianeta (25%) nonostante un'inflazione molto 
alta (21,2%). Oggi nell'Eurozona l'Italia ha inflazioni virtuose ma è crollata nell'economia al livello dei PIIGS (i 'maiali') e ha i redditi fra i più bassi dell'OCSE. Lo stesso vale per il Giappone, che ristagna da oltre 10 anni nonostante inflazioni vicine allo 0%.
Non ci sarà svalutazione della nuova Lira. 


I tassi di cambio nell'Interesse Pubblico.
Il governo italiano che abbandona l'Eurozona non dovrà temere la svalutazione, e probabilmente dovrà gestire il problema opposto. Si consideri il principio precedentemente stabilito: il governo tasserà da subito nelle nuove Lire e spenderà da subito nella stessa valuta. Questa valuta sarà a tasso variabile e libero sui cambi.
Le due precedenti azioni del governo creano un'immediata richiesta nazionale su larga scala della nuova valuta per pagamenti di tasse e normali transazioni. Dunque la nuova Lira, non essendo presente, sarà scarsa e si apprezzerà. Inoltre il settore non-governativo ricorrerà alla vendita degli Euro ancora in suo possesso per ottenere le Lire necessarie a tasse e pagamenti, e questo di nuovo porterà a un apprezzamento delle Lire sugli Euro. Esattamente il contrario di quanto ventilato dai 'terroristi' dell'abbandono dell'Eurozona.
Gli stessi processi valgono per gli attori stranieri che lavorano con l'Italia. 
Essi dovranno acquisire immediatamente le nuove Lire per continuare a operare qui, e venderanno la propria valuta per acquistare Lire, incoraggiandone così l'apprezzamento sui mercati dei cambi. Soprattutto, il nuovo governo sovrano sarà forte della Piena Occupazione con la conseguente ripresa economica, e questo, in un Paese moderno e industrializzato come il nostro, significa attirare investimenti dall'estero che necessitano di nuove Lire, apprezzandole.
Non si dimentichi, a margine, che l'uscita dell'Italia dalla zona Euro significherebbe con tutta probabilità uno shock fatale per questa moneta, con una sua conseguente ipersvalutazione a causa della perdita totale di credibilità dell'intero sistema. Sarà l'Euro a svalutarsi, non la Lira, che al contrario, potrebbe addirittura apprezzarsi eccessivamente. 
In questo 
caso, il nuovo governo sovrano avrà ogni mezzo a sua disposizione per regolare verso il basso il valore della moneta, in coordinamento con la Banca d'Italia.


Il prelievo fiscale del nuovo governo sovrano nell'Interesse Pubblico
Il prelievo fiscale del nuovo governo sovrano nell'Interesse Pubblico.

Il governo sovrano delle nuove Lire saprà quali sono i motivi fondanti per l'esistenza del prelievo fiscale, sopra specificati, e che ricordiamo:

A. Uno Stato con moneta sovrana non usa le tasse per finanziarsi.

B. Le tasse servono in primo luogo per imporre al settore non-governativo la valuta dello Stato, che altrimenti sarebbe senza valore. 

C. Le tasse servono allo Stato come 'termostato' dell'economia. Si alzano per calmare un'economia che corre troppo, si abbassano per 
dare alimento a un'economia stagnante. 

D. Esse devono essere sempre a un livello che garantisca la Piena Occupazione.
Infatti, l'evidenza di sacche di disoccupazione nel Paese è di per sé sufficiente a suggerire al governo che la tassazione è eccessiva. Il governo applica il principio secondo cui il prelievo fiscale deve permettere non solo la Piena Occupazione, ma:

A. ai cittadini di comprare tutto quello che viene prodotto dall'economia domestica a regime di Piena Occupazione

B. ai cittadini di acquistare i prodotti che il settore estero ci offre e che sono necessari al Paese

C. ai cittadini di accumulare anche una quota opzionale di risparmio.Poiché, si ribadisce con forza, che in uno Stato proprietario della propria valuta le tasse non finanziano la spesa pubblica, e poiché con l'abbandono dell'Eurozona l'Italia non dovrà più tassare i propri cittadini per ripagare i mercati che gli prestavano Euro, il nuovo governo sovrano saprà che cessano i presupposti per l'esistenza della tassa più dannosa mai pensata: l'IVA. 
Il governo saprà che la ricchezza reale di un Paese sono i beni e i servizi che il settore non-governativo produce e si scambia. 
Non esiste bene superiore in economia. Perciò l'IVA, che penalizza fortemente proprio questa produzione e questi scambi, va eliminata. Essa colpisce al cuore l'economia e ci impoverisce direttamente, e su base permanente. 
Inoltre essa è, fatto ancor più grave, una forma di tassazione regressiva: colpisce con maggiore incidenza relativa i redditi più bassi rispetto a quelli più alti.



Un capitolo va dedicato alla tassazione della grande ricchezza privata. 
Anche qui il nuovo governo sovrano che applica la ME-MMT si porrà in primo luogo il problema dell'Interesse Pubblico, e avrà compreso alcuni punti fondamentali, che sono:

A. L'azione di governo nell'Interesse Pubblico non dovrà sottrarre motivazione ai privati che desiderano creare beni e servizi utili alla comunità.

B. Gli accumuli di ricchezza spropositata non sono funzionali all'interesse Pubblico. Le politiche dello Stato elimineranno le fonti primarie della ricchezza privata all'eccesso, fra cui il settore finanziario speculativo e l'emissione di titoli del Tesoro (effetto indiretto). 

C. L'idea secondo cui è tassando con aliquote altissime i ricchi che si troveranno i fondi per finanziare i bisogni dei più poveri è ignorante delle realtà dei bilanci di uno Stato. Impossibile che un governo trovi le immense cifre necessarie tassando i patrimoni dei ricchi, per quanto facoltosi essi siano. Inoltre, sappiamo che le tasse in regime di moneta sovrana (la nuova Lira) non finanziano la spesa pubblica al servizio di tutti, che è invece prerogativa dei Deficit Positivi dello Stato. Ne consegue che neppure la tassazione sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax) servirebbe a finanziare la spesa pubblica in presenza di moneta sovrana. Le tasse sui grandi patrimoni sono concepite essenzialmente per impedire la nascita di oligopoli difficilmente controllabili.

D. Il danno reale degli accumuli eccessivi di capitale finanziario dei ricchi (depositati in prodotti finanziari o conti correnti) si materializza in due modi: 
Danno 1) si tratta di liquidità sottratta agli investimenti produttivi, ai consumi, quindi ai profitti aziendali e quindi all'occupazione. A ciò tuttavia si rimedia facilmente con l'intervento della Spesa a Deficit Positivo del governo, come già spiegato. Questo non deve però escludere una decisa azione del legislatore che elimini il settore finanziario speculativo, come anche l'emissione di titoli del Tesoro. Ne consegue che le grandi ricchezze finanziarie potranno solo esistere come depositi bancari ordinari, e già questo ne limita la perniciosità. 

Danno 2) si tratta di denaro che è poi sovente speso in beni di lusso estremo, che alimentano un'economia troppo ristretta rispetto alle cifre impiegate, quindi contraria all'Interesse Pubblico.
Detto ciò, il governo sovrano si porrà come fine la messa a frutto per l'Interesse Pubblico dei grandi patrimoni finanziari dei ricchi. Questo si ottiene incoraggiando/costringendo i ricchi a spendere/investire 'bene', cioè nell'Interesse Pubblico, nei seguenti modi:




A. Tassando con aliquote altissime i beni di lusso estremo (super yacht, super auto, mega ville, oggetti di lusso eccessivo…), cioè tutti quei beni che assorbono cifre enormi ma che alimentano pochissimi posti di lavoro (se le medesime cifre fossero spese in beni ordinari creerebbero molta più occupazione). Questo potrebbe incoraggiare i facoltosi a spendere di più nei beni ordinari, che alimentano un'economia in cui lavora la maggioranza dei cittadini.

B. Avendo il governo sottratto ai ricchissimi il settore finanziario speculativo dove investire, a essi rimangono sostanzialmente due opzioni: 
spendere in beni ordinari (vedi sopra), o investire in attività produttive con creazione di posti di lavoro*.  Tuttavia, questi investimenti saranno strettamente regolamentati dallo Stato. Esso sa, ad esempio, che se la nazione già gode di piena occupazione, gli investimenti all'eccesso da parte dei ricchi possono creare troppa domanda a fronte di produzione stazionaria, quindi inflazione. Questo accade perché alla liquidità emessa dallo Stato (piena occupazione) si aggiunge anche una liquidità eccessiva da parte degli investitori privati, con effetti inflattivi. 
Inoltre, lo Stato dovrà assicurarsi che l'eventuale investimento del privato molto ricco non sottragga lavoratori essenziali al settore pubblico (ospedali, scuole, sicurezza…). 

Ancora: lo Stato dovrà controllare che l'investimento sia di pubblica utilità e non danneggi l'ambiente o l'economia nazionale.
In generale: il governo saprà che il prelievo fiscale in presenza di moneta sovrana è un cosiddetto "stabilizzatore automatico". Significa che nel momento in cui il giusto livello di tasse permette all'economia di riprendere vita ed espandersi, gli introiti dello Stato da tassazione aumentano di conseguenza senza per nulla aumentare le aliquote, poiché aumentando i redditi, il numero di persone occupate e i profitti, aumenta anche la base imponibile. 
La ME-MMT in particolare, favorisce una riduzione drastica del prelievo fiscale sul costo del lavoro.

* (l'opzione in cui il ricco a quel punto esporta all'estero il capitale finanziario non è mai un vero problema per lo Stato sovrano che usa i Deficit Postivi, ma anche per altre ragioni accennate nel capitolo Fuga di Capitali)

Come regolare import e export, materie prime e petrolio, 
nell'Interesse Pubblico.
Il nuovo governo sovrano ha compreso il principio fondamentale della ME-MMT, secondo cui nell'economia reale le importazioni sono un beneficio, mentre le esportazioni sono un costo. Esso mantiene la Piena Occupazione interna come garante della prosperità economica nazionale fornita dalla piena produzione domestica di beni e servizi, che saranno venduti internamente grazie alla garanzia di reddito del 100% dei cittadini. Su questa base, le attività di export sono da considerarsi funzionali all'interesse italiano solo se sono finalizzate ad acquisire la quota maggiore possibile di importazioni. 
Il governo sovrano della nuova Lira sa che il modello delle nazioni esportatrici è pernicioso per i seguenti motivi: primo, quelle nazioni sono costrette a deprimere i consumi interni dei loro cittadini per favorire l'esportazione del maggior numero possibile di beni da essi prodotti. Questo causa un declino interno dello standard di vita, a favore dei profitti delle industrie Neomercantili (export) di quei Paesi, che non sono mai re-distribuiti sulla forza lavoro. Anzi, al contrario, la forza lavoro sarà assoggettata a tentativi di riduzione del salario proprio per permettere alle industrie Neomercantili di competere globalmente. Secondo, a causa della depressione dei consumi interni, la valuta nazionale di quei Paesi si apprezza, e questo paradossalmente danneggia proprio l'export. A quel punto i governi sono costretti a vendere valuta nazionale e ad acquistare valuta estera per ottenere un deprezzamento della prima. Uno sforzo dannoso e del tutto distruttivo per l'economia di quei Paesi. La Germania, la Cina e il Giappone sono tutti passati per questo modello, con risultati debilitanti. 

La Germania negli ultimi anni ha visto i suoi salari medi reali aumentare della metà rispetto alla media europea, mentre i suoi lavoratori devono oggi lavorare il 35% in più della media europea. I consumi dei tedeschi sono molto diminuiti. Il Giappone ristagna da oltre 10 anni. La Cina, lungi dall'essere una potenza economica mondiale (falso mito dei media), è alle prese con quasi un miliardo di cittadini mantenuti in condizioni semimedievali pur di continuare a primeggiare nell'export. 
In materia di approvvigionamento di materie prime e petrolio, il nuovo governo della Lira sovrana sa che non esistono limiti all'acquisto del greggio con qualsiasi valuta, e questo include ovviamente la Lira. 
Non è assolutamente necessario acquistarlo in dollari (altro falso mito dei media),inoltre il fabbisogno italiano di oro nero non supera di norma l'1,8% del PIL. Infine, e questo ricomprende anche le materie prime non presenti in Italia, il governo sa che nella nuova economia di Piena Occupazione e di piena produzione l'Italia sarà un polo di investimenti esterni in valute cosiddette forti, utili a far acquisti all'estero. Il governo sa che ciò è testimoniato, fra le altre fonti autorevoli, dall'esempio degli Stati Uniti, i quali alla fine degli anni novanta detenevano il primato per investimenti esteri ricevuti proprio grazie a una disoccupazione praticamente a zero (2,8%). 
Si aggiunge una nota per affrontare le problematiche che l'import può far insorgere nelle aziende che vedono il proprio prodotto penalizzato dalla concorrenza estera. Premettiamo che la complessità degli accordi commerciali oggi regolati dall'Organizzazione Mondiale del Commercio dovrà essere affrontata nelle sedi appropriate dal governo sovrano nell'Interesse Pubblico. In questo ambito, si consideri che le eventuali ritorsioni commerciali derivanti dalla decisione dell'Italia sovrana di proteggere alcuni comparti industriali, e che si concretizzerebbero con tariffe ai danni del nostro export, non penalizzerebbero l'Italia sovrana che applica la ME-MMT, che per definizione considera le esportazioni un costo per l'economia reale, e non un beneficio. Detto ciò sappiamo che non sarà possibile evitare perdite in alcuni comparti produttivi nazionali causate da importazioni concorrenziali da Paesi terzi, ma questo già accade oggi e non è riconducibile agli indirizzi ME-MMT. In queste istanze, l'occupazione perduta sarà riassorbita dai Programmi di Lavoro Garantito. Ma è anche vero che l’aumento del potere di acquisto che i PLG e la nuova economia porteranno all’Italia, farà sì che il pubblico possa in molte istanze continuare ad acquistare il prodotto italiano anche a fronte della concorrenza più economica dall’estero. È nel considerevole aumento del PIL che la nuova economia ME-MMT offrirà, che si concretizzano tali sbocchi.


Rifondare il sistema bancario per l'Interesse Pubblico.
Il governo nuovamente sovrano, particolarmente nella funzione parlamentare, riconosce che le banche sono di fatto istituti pubblici. Esse non solo sono garantite nei depositi dallo Stato, ma sono – teoricamente – del tutto regolamentate dal legislatore, sia a livello nazionale che europeo. 
Questo significa che il governo ha ogni diritto e potere di imporre al sistema bancario di funzionare per l'esclusivo Interesse Pubblico. Il governo riconosce che le banche non possono più continuare a godere dei privilegi dell'attività privata a fini di lucro e al contempo dei salvataggi con denaro pubblico. Esse dovranno garantire una funzione unicamente di Interesse Pubblico. Il governo, fatto tesoro della catastrofe globale causata dalla deregolamentazione della finanza, dalla permessa fusione delle banche d'investimento con quelle commerciali, e dalla nascita del sistema creditizio cosiddetto informale (hedge funds, fondi pensione, assicurazioni…), decreta che l'Italia si oppone all'esistenza del settore finanziario speculativo in blocco e ne impedisce il funzionamento sul suo territorio nazionale.

Il governo s'impegna ad assicurare tutti i depositi bancari dei cittadini, poiché per essi è pressoché impossibile sapere se una banca ha i conti in ordine o meno. La funzione del sistema bancario sarà perciò strettamente limitata:

A. all'esclusivo servizio dei sistemi di pagamento
B. al servizio dei correntisti
C. e alla fornitura di crediti al servizio della collettività economica. 

Al contrario di ciò che accade nel sistema creditizio informale, che riceve fondi da erogare come crediti solo se giudicato affidabile dai mercati, i crediti erogati dalle banche dell'Italia sovrana si baseranno su un rigoroso controllo dell'affidabilità creditizia del soggetto richiedente. In generale, il governo riporterà sotto il suo stretto controllo i parametri che regolano l'emissione del credito bancario, fra i quali, oltre alla già citata affidabilità creditizia dei clienti, vi è il livello di capitalizzazione dei suddetti istituti. In contropartita, il governo e il Parlamento confermeranno il ruolo della Banca d'Italia come prestatore di ultima istanza anche per il settore bancario, il quale, col fine di poter sempre erogare crediti all'economia privata, avrà un più facile accesso ai prestiti da parte di via Nazionale alle sue riserve.




Queste misure tutelano la cittadinanza da eventuali derive irresponsabili del sistema bancario, che proprio perché mantenuto ‘sano' non ricorrerà più alle strette creditizie degli ultimi anni, che hanno drammaticamente debilitato l'industria italiana, in particolare le PMI.

Infine: il governo e il Parlamento italiani nuovamente sovrani, aboliranno il cosiddetto 'divorzio' fra Banca d'Italia e Ministero del Tesoro del luglio 1981, riportando la Banca d'Italia alla sua funzione di prestatore di ultima istanza anche per le operazioni di spesa dello Stato italiano (essendo esse non reali operazioni di credito – il governo a moneta sovrana non necessita di prendere in prestito da alcuno il suo denaro – ma solo operazioni contabili interne al 'governo', inteso come Tesoro e Banca d'Italia).


I risparmi nell'Interesse Pubblico.
In sintonia coi principi di macroeconomia della ME-MMT, il governo comprende che il risparmio non è altro che l'evidenza contabile di un precedente investimento da parte di un altro soggetto. Tale soggetto effettua l'investimento cedendo un suo bene finanziario, o indebitandosi. Se infatti il cittadino A risparmia 100, vi deve per forza essere un altro soggetto che precedentemente si è privato di 100 investendo/spendendo/indebitandosi. Ciò dimostra che obbligatoriamente è l'investimento che viene prima del risparmio, che permette il risparmio.
Se poi si prende in considerazione il settore non-governativo nazionale nel suo insieme (cittadini e aziende), è evidente che il suo risparmio deriverà dall'investimento (spesa) precedentemente effettuato dall'altro settore, che è quello governativo, che cede beni finanziari indebitandosi con se stesso. Parimenti, questo rapporto funziona fra soggetti interni a ciascun settore. 
Il nuovo governo dell'Italia a Lire sovrane ne trae il già citato principio per cui è solo il deficit dello Stato a garantire un uguale e corrispondente risparmio nel settore non-governativo. 

Il governo smentirà quindi la presente e distruttiva contraddizione del sistema Eurozona, dove viene pretesa da una parte la riduzione dei deficit, ma dall'altra l'aumento dei risparmi. Impossibile.

Tuttavia, il nuovo governo sovrano terrà presente un altro pilastro fondamentale dei bilanci settoriali della ME-MMT: all'interno del settore nongovernativo di cittadini e aziende il risparmio significa anche la sottrazione di beni finanziari dal circolo virtuoso della spesa, consumi, profitti, assunzioni, Piena Occupazione e aumento dei redditi. 
Infatti, ogni Lira sottratta a questo circolo significa produzione invenduta, e ciò significa disoccupazione. Il nuovo governo sovrano quindi sa di dover fare due cose in tal caso: o aumenta i deficit, permettendo quindi il nostro risparmio senza danni all'economia, oppure scoraggia larghe fette di risparmio. Significa invertire la tendenza degli ultimi decenni che ha visto le politiche governative incentivare le previdenze integrative e i risparmi finanziarizzati di ogni sorta e tipo. Essi rappresentano masse enormi di liquidità sottratte alla Piena Occupazione e alla piena produzione nazionale, cioè alla ricchezza reale, e spesso poi impiegate nel distruttivo settore finanziario speculativo. Si obietterà che così facendo, se da una parte si beneficia l'economia reale, dall'altra però si tolgono ai cittadini le protezioni che quel risparmio privato gli garantiva (polizze sanitarie, pensioni integrative, ecc.). 

La risposta è che sarà lo Stato che spende a Deficit Positivo a fornire alla cittadinanza tutti i beni e servizi pubblici per ottenere i quali oggi siamo incentivati a quelle forme deleterie di risparmio.


Gestire le criticità, nell'Interesse Pubblico:
A. Le insolvenze nel settore privato. 

I cittadini italiani che nonostante 
il rilancio nazionale dell'uscita del Paese dall'Eurozona si trovassero comunque gravati da insolvenze intrattabili, saranno aiutati dal nuovo governo sovrano come segue: il governo potrà assumersi i debiti privati residui denominati in Euro che liquiderà in quella valuta nei confronti dei creditori, mentre rinegozierà col debitore la restituzione del dovuto nelle nuove Lire in tempi consoni a una equa pratica, che terrà conto delle condizioni oggettive dei bilanci di quest'ultimo. Si tenga conto che il debitore potrà sempre ricadere nei Programmi di Lavoro Garantito del governo per trarne una base di reddito certa con cui far fronte alle sue scadenze. 
Naturalmente, vi sarà una severa selezione di coloro che potranno accedere a questo programma, che tratterà solamente i casi estremi (e meritevoli di tutela in un'ottica di Interesse Pubblico). 
In altri casi (i più frequenti) il debitore che dovesse in futuro trovarsi di fronte all'insolvenza nella nuova Lira, affronterà il normale iter di liquidazione legale degli asset (fallimento), ma sarà immediatamente soccorso dai PLG per il sostentamento suo e della famiglia. 
     
     Il caso dei mutui denominati ancora in Euro, e problematici per il debitore italiano, ha la seguente soluzione: il debitore, garantito nel reddito da sua propria attività o dai PLG, chiederà alle banche un rifinanziamento del mutuo in Lire con cui estinguerà quello in Euro, per poi essere in grado di affrontare le scadenze nella nuova moneta nazionale. In questo caso il debitore sarà tutelato dalla disposizione di legge del governo che renderà obbligatorio per il sistema bancario l'eventuale rifinanziamento del mutuo contratto nelle nuove Lire. 
Infine, non si dimentichi, come precedentemente descritto, che con ogni probabilità il nuovo cambio Lira-Euro sarà del tutto a favore della prima, per cui questo faciliterà assai i debitori di Euro.

B. Gli attacchi speculativi contro il Paese. 
Il nuovo governo sovrano sa che non esiste nella storia dell'economia moderna un solo caso di attacco speculativo portato con successo contro uno Stato a moneta sovrana, che, ribadiamo, significa una moneta emessa in monopolio da quello Stato, non convertibile in oro o valute a un tasso fisso, e scambiata a tassi variabili. La nuova Lira sarà moneta sovrana, inattaccabile. 

Si rammenta ai critici che ogni singolo caso storico di attacco speculativo portato con successo contro una valuta nazionale ha colpito valute che non erano sovrane secondo la succitata definizione.

C. La fuga di capitali. 
Il governo sovrano che abbia compreso le realtà macroeconomiche spiegate dalla ME-MMT sa che la cosiddetta fuga di capitali è una finzione che non trova riscontro nelle operazioni monetarie reali. In un'Italia con moneta sovrana liberamente scambiata a tasso variabile, le Lire passeranno di mano, ma non andranno letteralmente da nessuna parte, nel senso che passeranno da un computer all'altro della Banca d'Italia (B.d.I.), come crediti che si spostano da un conto all'altro al suo interno. 

Il governo sovrano che abbia compreso le realtà macroeconomiche spiegate dalla ME-MMT  conosce cosa accade nel caso della cosiddetta fuga di capitali. Si fa l'esempio di un soggetto che vende Lire sovrane per acquisire Dollari USA. Il soggetto che decida di vendere Lire per acquisire Dollari innesca il seguente procedimento: le sue Lire passeranno dalle riserve della sua banca italiana detenute presso la B.d.I. a un conto del venditore di Dollari sempre presso la B.d.I. Le Lire non escono dalla B.d.I. Il venditore di Dollari vedrà i suoi Dollari transitare allo stesso modo dalla sua banca americana al conto del venditore di Lire che sta presso la Federal Reserve USA. I Dollari non escono da quel Paese. Se il venditore di Lire deciderà di ritirare i Dollari acquisiti in contante, tutto quello che accade è che la B.d.I. emetterà in suo favore pezzi di carta del tutto identici a quelli chiamati Lire, ma solo con un nome diverso, che però rappresentano il vero conto in Dollari, detenuto presso la FED, che ancora sta in America. 
Nulla si è spostato in realtà, meno che meno 'fuggito'. Idem per il contrario: se il venditore di Dollari decide di incassare contante in Lire, la FED gli darà pezzi di carta che rappresentano solo le Lire ancora detenute dalla B.d.I. Nulla si sposta dalla B.d.I. in realtà. 

Il reale problema della fuga di capitali esisteva quando le valute erano convertibili in oro, il cosiddetto Standard Aureo. Infatti il venditore della valuta poteva pretendere di incassare oro e portarselo fuori dalla nazione debitrice. Ciò poteva, se fatto su larga scala, insidiare fatalmente l'economia di quella nazione.
L'unico aspetto problematico oggi, e con Lira sovrana, della fuga di capitali non riguarda le operazioni monetarie, ma l'eventuale disinvestimento da parte di un investitore che chiude una fabbrica o un'azienda in Italia per trasferirne le operazioni in altro Paese nonostante la presenza in Italia dei Deficit Positivi e dei PLG che in primo luogo favoriscono proprio la piena produzione. In questo caso, il governo sovrano d'Italia ha ampi strumenti d'intervento, che sintetizziamo come segue:

1. Una legislazione che sancisca e persegua con decisione la responsabilità sociale delle imprese di rilevanza sistemica, cioè di quelle imprese che per numero di dipendenti rappresentano una fetta considerevole di economia nazionale, o che per tipologia di attività impattano fortemente l'ecosistema e le risorse naturali ed ambientali italiane, che sono una ricchezza collettiva inestimabile. 
Il fatto che queste imprese private godano dell'usufrutto di una vasta gamma di infrastrutture che furono edificate in decenni di pubblici investimenti, e del suolo pubblico nazionale su cui operano spesso una forte usura ambientale, le pone nelle condizioni di non poter ignorare le loro responsabilità sociali, fra cui in primo luogo l'occupazione. Il Parlamento sovrano porrà in essere limiti alla possibilità per questo tipo di imprese di dismettere le proprie operazioni sul suolo nazionale senza un'adeguata collaborazione col governo per tutelare l'occupazione perduta, o sanare eventuali danni all'ambiente.

2. L'impiego dei PLG per riassorbire il danno all'occupazione là dove la dismissione dell'investimento sia assolutamente inevitabile. In caso poi di interventi di ripristino ambientale dovuti all'abbandono di attività produttive da parte di imprese di rilevanza sistemica, i PLG potranno essere adottati immediatamente dallo Stato per avviare un sistema di lavori green che al contempo riqualifichi il territorio e salvaguardi i livelli occupazionali, con una partecipazione ai costi anche delle imprese in dismissione.Si comprende come anche in questo caso la 'fuga' di capitali non ponga più problemi insormontabili all'Italia della Lira sovrana.




CURRICULA DEGLI ESTENSORI:





Warren Mosler
STUDI: 1971 Dottore in Economia, University of Connecticut. 
ESPERIENZA PROFESSIONALE: 
Fondatore e Presidente della Valance Co. - Servizi finanziari avanzati a clienti istituzionali. 
Enterprise National Bank: Direttore e maggior azionista. 
Presidente e socio di maggioranza di Consulier Engineering. Produzione auto racing MT900. 
Fondatore e finanziatore del Centro per il Pieno Impiego e Stabilità dei Prezzi (CFEPS) nell'Università del Missouri,  Kansas City (UMKC). 
Ricercatore Sr. presso Cambridge Centre for Economic & Public Policy, Cambridge, UK. 
Ricercatore associato presso la University of Newcastle, Newcastle, Australia. 
Fondatore e leader di Principal, Illinois Income Investors. Ha predisposto e gestito la più ampia operazione sui futures (oltre 20 mld $) in Giappone nel 1996. 
William Blair e Company, Chicago - Ha fondato il dipartimento di arbitraggio sul reddito fisso. 
Banker's Trust NYC, Vice Presidente, area Trading. 
Bache and Co. - Area mercati reddito fisso. 
The Savings Bank of Manchester - Area Investimenti di breve periodo; long term securities. 
Autore di "Le 7 Innocenti Frodi Mortali della Politica Economica" (Valance Co. Inc. Ed.), pubblicato in Italia da Edizioni Arianna, Geraci Siculo (PA).
Creatore e sviluppatore della Mosler Economics, scuola di economia di stampo Keynesiana che ha dato origine alla Modern Money Theory School of Economics dell'Università del Missouri Kansas City.


Mathew Forstater
Professore di Economia presso l'Università del Missouri Kansas City, e ricercatore associato presso il Levy Economics Institute of Bard College, New York. 
Ha conseguito la laurea con lode in Studi Afro Americani preso la Temple University (1987), specializzazione (1993) e Ph.D. in Economia presso la "New School for Social 
Research". 
Dal 1996 è stato co-fondatore e Direttore del Centro per il Pieno Impiego e Stabilità dei Prezzi (CFEPS) nell'Università del Missouri Kansas City.
Le sue ricerche sono state pubblicate ampiamente in riviste accademiche, volumi, enciclopedie; ha pubblicato oltre una decina di libri. Il suo "Piccolo libro di grandi idee: 
Economia" (2007) è stato tradotto in Estone, Tedesco, Svedese, Spagnolo, Cinese. 
Mathew Forstater ha ventennale esperienza nella ricerca, insegnamento, consulenza e progettazione di politiche economiche ambientali e di sviluppo sostenibile affiancato al pieno impiego.
È tra i redattori dell’Enciclopedia Internazionale di Scienze Sociali per le sezioni “Inquinamento dell’aria, inquinamento acustico”.
Regolarmente intervistato sui media, è stato consulente economico in vari contesti. 
Nel 2002 ha partecipato alla missione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro di supporto al Ministero del Lavoro in Argentina, dove le sue proposte di aumento del salario minimo e di programma di pubblico impiego vennero recepite e messe in atto dal Governo, contribuendo al salvataggio di quel Paese dopo il default. 



Alain Parguez
Professore Emerito di Economia. Université de France-Comté at Besançon (Francia). 
Facoltà di Leggi, Scienze Politiche ed Economiche. Università di Ottawa, Canada. 
Titolo Accademico: 
Dottore in Scienze Economiche, Université de Paris 1. 
Due dottorati - Ph.D Theses 1973. 
Membro della "Eastern Economic Association" (USA). 
Materie d'insegnamento:
Principi di Macroeconomia. 
Teoria della Politica Economica Economia Finanziaria. 
Relazioni economiche internazionali. 
Teoria della Distribuzione. 
Autore di centinaia di articoli e decine di saggi sulla politica monetaria, sulla politica economica e sulla genesi della crisi, e di oltre dieci libri di teoria economica, storia e filosofia.
Dal 1984 al 1996 è stato direttore del periodico "Monnaie et Production". 
È l'ideatore della Teoria del Circuito Monetario, di ispirazione post Keynesiana, a cui ha dedicato buona parte della propria carriera, e attualmente sta ultimando la stesura di questa vasta e dettagliata ricerca. 
È stato consigliere del Presidente Francois Mitterrand, e dunque è uno dei massimi insider dissidenti del processo di creazione dell'Eurozona.



Paolo Barnard
Giornalista e saggista, ha dapprima lavorato come corrispondente estero per molti fra i maggiori quotidiani Italiani, fra cui La Stampa, Il Manifesto, Il Corriere della Sera, Il Mattino, Il Secolo di Genova e altri, per poi passare alla RAI, in cui è apparso per 14 anni partendo da Samarcanda nel 1991 in occasione della prima Guerra del Golfo. 
È stato uno dei fondatori nel 1994 della trasmissione Report (Rai 3), con la quale ha collaborato per dieci anni con inchieste di ampio respiro internazionale, per approdare infine a Rai Educational, da cui si è autosospeso in seguito alla controversia sorta per la sua inchiesta "Little Pharma & Big Pharma" e il caso "Censura Legale". 
Ha pubblicato nel 2002 "Due Pesi e Due Misure, riconoscere il terrorismo dello Stato d'Israele" e, nel 2006, il libro inchiesta "Perché ci odiano" (Rizzoli BUR), che condensa nelle sue pagine alcune delle inchieste confezionate per Report ("Perché ci odiano?", e "L'Altro Terrorismo"), portando una critica documentata alla cosiddetta Guerra al Terrorismo e alle condotte di Israele in Palestina sin dalla nascita del Sionismo. 
Ha curato, per la Rizzoli BUR, "Dall'altra parte" (Sandro Bartoccioni, Gianni Bonadonna, Francesco Sartori), una raccolta di testimonianze di medici ammalati su come riformare il sistema sanitario italiano. 
Ha pubblicato saggi di politica e su temi internazionali per Micromega e il Golem del Sole 24 Ore.
Dal 1999, si occupa dei reali Poteri che oggi governano le democrazie con regole sovranazionali oscure ai cittadini (FMI, OMC, Commissione UE, ecc.). 
L'ultimo lavoro di Barnard si intitola "Il Più Grande Crimine" (2011, gratuitamente scaricabile a questo indirizzo www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine 2011.
pdf), e rivela il progetto di 70 anni dei Poteri finanziari e industriali internazionali per controllare i patrimoni degli Stati, ridimensionare il potere dei Parlamenti e per accantonare la legittimità dei cittadini, di cui la creazione dell'Unione Europea e della moneta unica (Euro) sono stati capitoli fondanti. Barnard è il maggior divulgatore italiano 
della ME-MMT americana.


Appello ai cittadini e alle imprese italiane.

L’EUROZONA E L’IMPOVERIMENTO STRUTTURALE CHE ESSA CI INFLIGGE, COADIUVATI DALLE DISTRUTTIVE E FALLIMENTARI POLITICHE ECONOMICHE DEL TECNICO MARIO MONTI, HANNO MESSO IN GINOCCHIO L’ECONOMIA ITALIANA COME MAI DAL 1948 A OGGI. IL PIL CALA SENZA SOSTA, LE TASSE SONO IMPOSSIBILI,LE AZIENDE E I LAVORATORI SONO ALLA DISPERAZIONE, NE SOFFRIRANNO I NOSTRI FIGLI PER DECENNI. BASTA. 


PUOI SALVARE IL TUO PAESE, LA TUA DEMOCRAZIA, L’ECONOMIA DEL TUO LAVORO ORA.
IL PAESE PRODUTTIVO È AL COLLASSO, LA CRISI NON SI FERMERÀ.
QUESTO PROGRAMMA È FRUTTO DI UN LAVORO ACCADEMICO DI LIVELLO INTERNAZIONALE CON RADICI IN CENTO ANNI DI SCIENZA ECONOMICA.
LEGGILO E CHIEDI ALLA POLITICA DI ADOTTARLO AL GOVERNO, IN CAMBIO DEL TUO VOTO.



L’USCITA PROTETTA DELL’ITALIA DALL’EUROZONA, IL RECUPERO DELLA SOVRANITÀ MONETARIA E PARLAMENTARE, IL SALVATAGGIO IMMEDIATO DI IMPRESE E OCCUPAZIONE, IL RILANCIO DELL’ECONOMIA SU LARGA SCALA

paolo rossi barnard me-mmt

Estensori:
Dott. Warren Mosler, macroeconomista, ME-MMT, USA
Prof. Mathew Forstater, macroeconomista, Univ. Missouri KC, USA
Prof. Alain Parguez, macroeconomista, Univ. Besancon, Francia
Paolo Barnard, giornalista, Italia  





“Adottando l’Euro, l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo
che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica.”

Paul Krugman, Premio Nobel per l’Economia, USA




"Dobbiamo dichiarare guerra a qualsiasi proposta che non contenga la piena occupazione. La piena occupazione deve essere l'imperativo." 




                                                                                                                      Warren Mosler






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