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mercoledì 8 agosto 2012

LO CHIAMAVANO OSPEDALE....

LO CHIAMAVANO OSPEDALE....



Un ragazzone di46anni, Mario, stava lavorando e si è sentito male. I suoi datori l'hanno immediatamente caricato nel loro furgone forse per cercare di battere gli inevitabili tempi di attesa, ma la situazione era disperata e forse proprio durante il tragitto non ce l'ha fatta. L'hanno portato  di corsa all'Ospedale di Praia a Mare (CS) ma arrivati lì si sono sentiti dire: "...e come facciamo a portarlo dentro?Non possiamo". 



E già...avendone constatata la mole, magari bisognava  che si prendessero IL FASTIDIO di fare qualcosa in una giornata di afa tremenda, produrre qualche sforzo e qualche goccia di sudore; magari dovevano prendere una barella, caricarvelo sopra e  sottoporlo ai medici... Insomma hanno traccheggiato un po' con l'autista del furgoncino prima di decidersi a fare SOLO IL LORO DOVERE.



Avvisati i parenti è cominciato il calvario:

1) RICERCA DELLA SALA MORTUARIA... che nessuno indicava con precisione: "scendete e seguite indicazioni cucina", "andate dietro al pronto soccorso", "là sotto".

2) trovata la sala mortuaria, era chiusa a chiave e, una volta trovato chi dovesse aprire...la serratura era difettosa.

3) aperta la porta ci si è trovati davanti all'orrore: vedere un essere umano trattato peggio che cavallo al macello. 



NESSUNO AVEVA COMPOSTO  con umana "pietas" quel povero corpo da cui usciva anche un rivolo di sangue dalla bocca. 

NESSUNO in reparto aveva avuto il pudore di passare almeno una garza su quel povero viso bluastro.

NESSUNO gli aveva accostato le gambe

NESSUNO gli aveva passato una benda per serrare la bocca; ma la cosa più terribile è che gli avevano legato le mani, ormai rigide, con una garza, tenendole separate e distanti l'una dall'altra, come  a un  animale impagliato. Una immagine macabra e vergognosa per un sedicente ospedale.

NESSUNO ad accogliere i famigliari almeno per una stretta di mano, un sorriso, un conforto, un aiuto in cosa potesse servire (che so: guanti, garze, sapone, cotone, traverse). 

E' venuta una signora che sembrava una monaca (ma credo fosse la caposala) e forse un ausiliario,ma nessuno di loro ha replicato quando gli ho detto: "ma non vi vergognate almeno un po' ...nemmeno gli animali si trattano così?"



In quel caldo terrificante NESSUN CONDIZIONATORE  e nessuno ha portato ghiaccio: i parenti hanno dovuto procurarselo al bar  e poi portarlo da casa.



L'odissea di amici e parenti verso la sala mortuaria, in una zona che sembrava quasi una discarica: sporco ovunque, senso di abbandono, di disamore, di distruzione...che si sommavano alla tragedia di quella prematura morte.



Rifiuti e calcinacci ed impianti (forse anche pericolosi se accessibili al pubblico), caldaie, tubi di sfiato, non saprei. Una situazione allucinante, degna del miglior dopoguerra.


Ed eccola: la morgue nel suo squallore.


Nemmeno un  CARTELLO, UNA INDICAZIONE, UNA TRACCIA.


Sapete che vi dico? Fanno benissimo a chiuderli questi  CESSI DI OSPEDALI. 

Non c'è rimasto ormai più nulla, nemmeno l'umanità.



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